clarin-eric/ParlaMint

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https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/Resaula/0/0698744/index.html?part=doc_dc-ressten_rs-gentit_idgsiaimdtcsresstec-trattazione_d-intervento_sustascpi

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               <seg xml:id="ParlaMint-IT_2013-04-09-LEG17-Senato-sed-10.seg59">Sarebbe bene che in un'Italia spossata tutti non solo si facessero carico della necessità di una maggiore coesione ma capissero bene per quale motivo oggi viviamo in questa realtà, che non è nata negli ultimi sei mesi o nell'ultimo anno, tanto meno tra sabato e la giornata di oggi. Lo dico da ex sindaco, da uno che già dieci anni fa aveva deciso di avvicinare il suo Comune al pagamento del cento per cento del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, unica condizione per fare davvero quelle politiche a favore dell'ambiente, per finanziare la raccolta differenziata</seg>
               <kinesic type="applause" xml:id="ParlaMint-IT_2013-04-09-LEG17-Senato-sed-10.kinesic8">
                  <desc>Applausi della senatrice Puppato</desc>
               </kinesic>
               <seg xml:id="ParlaMint-IT_2013-04-09-LEG17-Senato-sed-10.seg60">, per poter finanziare uno smaltimento corretto, ecocompatibile e in linea con gli standard europei anche per il nostro Paese. Sarebbe giusto fare una riflessione da qui a fine anno, una riflessione che il Governo ha auspicato e che con ogni probabilità non porterà avanti, perché l'auspicio di tutti in quest'Aula spero sia poter avere presto un Esecutivo che possa affrontare davvero i problemi del Paese con grande continuità e con la certezza di dare risposte di medio e lungo periodo, che sono quelle che almeno l'80 per cento degli italiani, per non dire il 100 per cento, si aspetta. Cogliamo questa occasione per fare una riflessione vera, intanto per superare - ripeto - quel federalismo pasticciato e confuso abbozzato nella fase finale della scorsa legislatura, che non tiene conto delle esigenze né dei cittadini né tanto meno delle amministrazioni locali e della necessità di rifondare questo Paese sulle autonomie locali. Il secondo elemento deve riguardare invece proprio il merito della TARES del futuro. Intanto dobbiamo ribaltare il concetto: rispetto a un servizio giusto che tenda alla copertura del costo del cento per cento si deve capire qual è l'elemento fondante. Allora vogliamo affermare il principio secondo cui la TARES, affinché non si trasformi in una patrimoniale occulta (come è stato già detto), debba tenere conto della produzione dei rifiuti e delle correzioni sociali che devono essere introdotte. Non deve tener conto solo delle superfici soprattutto nelle imprese, ma anche dell'effettiva occupazione dei locali e della necessità dei costi standard. È giusto infatti il riferimento, fatto anche dal collega che mi ha preceduto, ai costi standard. Non è possibile che in certe aree del Paese il costo dei dipendenti sia di 65.000 euro all'anno mentre in altre, per fare le stesse cose, di 40.000. Si deve tener conto anche della necessità di liberalizzare maggiormente il mercato, di renderlo davvero più moderno e più compatibile con le direttive comunitarie, per capire come ci possiamo rapportare a quanto sta avvenendo negli altri Paesi. Non si poteva certo chiedere a questo Governo di mettere in campo una rivisitazione di quello che non è avvenuto negli ultimi dieci anni. Sappiamo benissimo com'era la situazione non solo relativamente alla raccolta e smaltimento dei rifiuti nel novembre 2011: peccato che qualcuno non si sia accorto di com'era la situazione prima. Ma se ne sono accorti tanti cittadini: i napoletani sommersi dai rifiuti, altri anche nel Nord Italia, con le discariche scadute, o altre con la necessità di sopralzo, o altre che hanno addirittura in qualche caso determinato anche la morte di alcune persone perché non correttamente manutenute (e questo non è avvenuto solo in certe aree del Paese). Siccome questo è il centro della nostra democrazia, è qui che si forma la volontà generale del nostro Paese, è qui che dobbiamo nei prossimi mesi, spero, anche con l'insediamento delle Commissioni, affrontare un tema che non è compito solo del Governo, ma tanto meno di questo Governo, che ha potuto fare in questa situazione data quello che si poteva fare, niente di più di quello che si poteva. Certamente non tutto quello che si doveva fare nei dieci anni precedenti è stato fatto e oggi noi paghiamo questa situazione. Esprimo quindi apprezzamento per le decisioni che sono state prese, che in questo momento aiutano il sistema delle autonomie, le aziende del settore e anche i cittadini, ma tutti insieme da qui a dicembre dobbiamo prendere l'impegno a rivisitare questo contributo alla luce di nuovi criteri e di nuovi requisiti in modo tale da farne un tributo giusto, equo e che tenga conto davvero anche delle difficoltà in cui si dibatte la popolazione italiana in questo momento.</seg>