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Neural Network which aims at reproducing Dante’s style, using the Divine Comedy for training.

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DeepComedy

Neural Network aiming at reproducing the style used by Dante in the Divine Comedy.

Requirements

  • Python 3+
  • NumPy
  • Tensorflow 2
  • Matplotlib
  • Seaborn

Sample of Generated Canto

O dolce padre mio, figliuol, che fai
tanto maravigliar, se tu vuo' ch'i' credi;
ma sol che 'l tua maggior mai fai mai".

"O superba che, tu che i miei piedi
non vedi omai; ma vedi quivi
si volse con li occhi mi saran li piedi.

Io dirò che i veri i dirci andavi,
per lo ducio mio, disse: "Figliuol, vedi;
non ricorditi di me che vien n'accvi.

Ma perché Dio ne porse la guancia
possanza parlar contenti sì per pace,
che queste parole che con questa lancia.

Lo duca mio si volse tutte quelle,
che 'l voler con ha fatto ha tolto 'l passo,
e di volger di fuor di quelle cale.

Lo mondo è uopo di quel ch'ello inferno,
due è di dubbi, un disposto di sotto:
che 'l peccato ov' elli è sì scerna.

ove dinanzi dissi: "U' ben disposto
che là nacque e nacque il secondo nacque,
e qui non distinse mai è disposto".

Qual si poscia tanto amore in tanto nacque
che l'amore e creature l'ultimo fronte
in tanto si poscia si preliba,

quando l'anima mia benigna fronte,
sì che non si volse, e a la sua persona,
se l'altre cose son Iuste pronte.

"O navicella di quella dottrina
che, se le guance colpe che d'i piedi,
"Che coscïenza m'è per viva?".

"Io veggio tu", diss' io, "Provenzan come,
che se' sù ne l'altra bolgia il corta,
sì che per me s'accorse che mai che mi".

Ond' ei rispuose: "Nel suo confonda
suo volesso, che tu m'avea parlato?
Però non puoi che 'l viso seconda,

già misero in sé del vento parlaro,
mi volsi: "Forse tanti occhi piega,
che 'l sole e 'l mio potere era spargo.

Ma tanto che 'l maestro mi leva
per quella che ne porga per le esser tarda,
più che 'l mio amore avea più dica.

Però che 'l dolor mi fé arda,
guardando, come carità che qui nome,
ver' me perché 'l tuo voler mi tarda".

E io a lui: "L'angel che tu vuole
tirarticular del tuo fratei misura,
che questi cortesi a le parole piene".

Allor si volse del suo proprio voglia,
disse: "Questi è domandato 'l grave;
e se 'l grifon a lui far non s'om lia".

Così ti sarò pria: "Solo nave
di là, che qui non fosse ancora,
molte genti di là, che più ricevette.

D'altro, non per non neve ancor tesa,
non si saria solo, ancor non possa,
non possando di schiera che 'n quella tesa.

Quell' anime che là giù nascossa,
non rimase infino al fine, il gran sì ratto,
che 'l cibo di sol tutti s'ella possa.

Non aver di tal parlava cotanto merto,
ch'io dissi: "Rispondi, o che piacerti
non si sarà, per maravigliar santo".

Come da peccator da me s'accorsi
dal serpente, che 'l porco al viso m'era,
volgendo i passi volse sù concorse,

quando i due volte che 'n assera,
possa ne la testa, e 'l maestro, e 'l poggio,
sì che più tosto al mondo verso non sera.

Ed elli a me: "L'acqua è più cheggio,
sì che di là da sé avea faccia;
poi che 'l piè de l'amore e l'omo apparve.

Tutti che per la gente alleva traccia,
per lo mio duca, e con disse: "Aspetta,
poi che 'l terzo de li altri faccia".

Ristetti, e vidi mostrar fretta
parte nel viso mio sì parlar d'un viso,
che più savere ad altra parventa.

A questo regno mortal fu del riso
che prima a noi venìa sù da noi venturo:
o voleva tutto ad ogne parte viso.

Questa parte ne li avversari furo
li occhi miei veder, ch'era da mano
di più a man destra più oltre chiaro.

Questa prima rota, di sé stesso
che 'l mar fu; e sì l'essempro superbo,
che 'l sol qui non sarò dar è messo.

"Tu vedi che, se tu vuo' ch'i' non diviso,
prima che tu fossi di pace in sul dosso
che mai non s'inferna non si fosse,

che da quella valle il cor che s'attuffo,
li ritornai innanzi sù li aprì li bocca:
"Volgiti con li con essi aperto".

E io a lui: "Volgiti qua la bocca
muoversi a veder, se non potesse,
come quel che 'l sol si porca incontca".

Poi disse: "Così conviene che tu mi prese
questi che ti priego regge mi dipigne,
sì che 'l tuo si fece tutto è seme.

E se la tua paradiso, tanto che cigne
incontrammo a noi un poco a noi ebbe,
che tanto il gran sava tutte strade.

L'altra terra addorna al vostro stremo,
vinto di lume, tutto 'l mondo superbo,
come a noi volger su la vivemo.

Se prima usase l'ultimo dì igno,
sì che Dio volesso a la mente esse,
non è perché alcun del mondo sangue?".

Ed elli a me: "Tuo vero verde messe?
Ben lasso tu; ma, e farò uno
e uminar sareste pacificato hi ostsse.

E quando s'allegra d'un giro cosso
d'un viso, per esso disdegno, trista
di loro essere il detto è posso".

E io: "Maestro, quel ch'io veggio vista
che tu m'è nel mondo che sì li accordi,
ch'alcuna cosa non è tacuta".

E cominciò: "Costui che ricordmi
per cui la morte m'è? e comandato,
com' io m'hai perduto, ancor concorda,

piendo mi parea ne la fiamma amato
posta cui bene a lui amor parve,
come fu colui che sanza amato.

Or sappi che se tu vuo' che noi move,
s'ella togliessi da la vita sinistra,
in che 'l nome suo si ricevesse.

Risposto che 'n poco la roccia la gelta,
nol ti concedesse alcuna costa
onde fa l'arco più del mondo si rivta.

Quivi è rimirando in tanto disposta,
che 'l nominar da quivi i Calboli,
che da sé avesse la prima luce.

Non averebbe in sé fatica cinger toni,
che venendo par qui tutti la coperta
con esse e sostenea sé far prossi.

Quivi eran le gine di sì ferma,
che s'io vidi per me per una rota,
intorno di sé facea conforma.

E quinci e quindi stolterato grotta,
sì che in terra si raccontavia,
che di salir più assai avea detta.

E cominciò: "Quando fui del grazia lonia?